Osservatorio Privilegiato: Analisi politica, economica, sociale contemporanea.

Di Antonino Schiera.

mercoledì 27 novembre 2013

Quando Nasce un Libro.

Quando nasce un libro, qualsiasi sia il suo genere, mi piace poterlo immaginare e rappresentare come una nuova stella che va a ornare il cielo.

Quando l'oscurità avrà preso il sopravvento, l'osservatore potrà godere appieno della sua luminosa bellezza.

Le stelle, come si sa sono tantissime in cielo. Malgrado ciò non riescono ad illuminarlo, non riescono ad illuminare la Terra. Le stelle impreziosiscono il cielo, lo rendono ancora più affascinante e misterioso, in quanto ogni stella, attorno a se, crea un alone di mistero e di immaginazione. Le stelle disegnano figure geometriche, ma anche immaginari disegni armoniosi e fantasiosi.

I libri sono come le stelle, illuminano il nostro pensiero, lo accompagnano verso nuovi orizzonti, lo stimolano verso nuove visioni. Alimentano la nostra conoscenza ed aprono uno squarcio nuovo verso l'infinito. I libri, come le stelle, aprono nuove vie all'esplorazione, alla curiosa ricerca del nuovo.

I libri, come le stelle, afferrano come fossero mani forti e muscolose, il bambino che è in noi, il bambino che spesso seppelliamo, ma che dovremmo sempre tenere in vita.

Quando nasce un libro, come le stelle, lo stesso libro rende felice chi lo ha scritto, chi lo ha creato.

In questi giorni è nata una nuova stella, nel cielo e spero che Voi con la Vostra attenzione, con la Vostra curiosità possiate mantenerla vivida e luminosa.



Antonino Schiera (Tutti i Diritti Riservati)

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martedì 29 ottobre 2013

Il Grande Fratello.

No, non sto parlando del Grande Fratello, infimo programma TV troppo spesso riproposto nei palinsesti televisivi, ma del Grande Fratello descritto da George Orwell nel suo famoso romanzo che descrive una società controllata, spiata, manipolata attraverso l'uso di messaggi e tecnologie subliminali.

Questo aspetto spesso dibattuto nei mass media, torna prepotentemente alla ribalta con lo scandalo che sta coinvolgendo l'amministrazione Americana di Barack Obama e, a quanto pare, anche l'intelligence Sovietica con a capo il Presidente Putin.

E chissà se anche l'Unione Europea, a tal proposito rimbalzano sui giornali le prime notizie, prima o poi non verrà beccata con le "mani nella marmellata".

Nel primo caso si è scoperto che i servizi segreti americani, hanno intercettato milioni di telefonate, anche di importanti leader politici, nell'ambito delle relazioni europee ed extra-europee. 

Invece il Cremlino è accusato di avere spiato i partner politici ed economici in occasione del G20 dello scorso anno, pensate un pò, attraverso alcuni gadget "donati" alle delegazioni Internazionali.

Il pretesto per queste azioni a dir poco imbarazzanti, nasce dalla necessità di proteggersi dagli attacchi dei terroristi stranieri.

Infatti da quando l'Occidente è stato oggetto di pesanti attacchi terroristici, New York, Madrid, Londra per citarne alcuni, i governi mondiali, in barba alle leggi sulla privacy e sulla libera espressione dei cittadini, hanno promulgato una serie di leggi, più o meno palesi, atte a garantire la sicurezza nazionale attraverso l'ascolto, le intercettazioni delle comunicazioni telefoniche, ma anche via internet. Anche con l'ausilio di sofisticati satelliti, che dall'alto possono scansionare e codificare milioni di immagini ed informazioni.

Come si fa in punta di diritto e dal punto di vista morale attaccare tale intendimento, ovvero la messa in campo di azioni volte a garantire la sicurezza delle Nazioni?

Se ci pensate bene questa situazione è un altro grande effetto negativo dell'azione dei terroristi contro l'Occidente, ovvero i poteri centrali hanno avocato a sé, un enorme ed ulteriore potere di controllo a scapito dei cittadini.

Un altro grande disagio causato dalle azioni terroristiche è dovuto dalle numerose azioni di controllo e di contrasto e prevenzione di atti terroristici, delle Polizie negli aeroporti, stazioni ferroviarie, trasporti in genere con conseguente enorme sperpero di denaro e di tempo, ma anche con una conseguente limitazione della libertà individuale dei cittadini onesti.

Quindi l'effetto di gravi e scellerati attacchi terroristici non si limita ai morti, ai feriti e ai danni materiali immediati, ma si sviluppa in un arco temporale ben più ampio a scapito dello stile di vita di noi cittadini onesti.

Antonino Schiera (Tutti i Diritti Riservati)
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giovedì 19 settembre 2013

Gli Scalatori.

Qualche giorno fa mi sono ritrovato a parlare con un gruppo di amici dell'attuale situazione economica dell'Italia.

In particolare uno dei componenti del piccolo gruppo di persone che si era venuto a formare, è rimasto tutto il tempo a cercare di spiegare i motivi che hanno portato l'Italia ad una situazione economica non proprio brillante.

Ed a conclusione del suo discorso, sicuramente dettato da una linea politica che non sto qua ad indicare, indicava tutte le soluzioni per risolvere i problemi e tutte le strategie future da adottare citando, ad ulteriore prova della validità dei suoi discorsi, illustri economisti e professori del settore.

Allora io mi sono posto una domanda, non prima di avere sottolineato in questa sede, l'importanza dello scambio di opinioni e della comunicazione che spesso ci porta ad iniziare un dialogo interiore e delle riflessioni importanti.

La domanda è questa: perché non provare noi una volta a cambiare strategia ed approccio al problema invece di volere sempre tentare di cambiare le cose? 

Ed ho pensato agli scalatori.

Immagina che stiano per "attaccare", così si dice in gergo, una cima. Immagini che gli scalatori pensino a spianare la montagna, ovvero a cambiare le cose così come si presentano? Oppure li immagini intenti ad organizzarsi con le attrezzature e con la strategia di approccio psicofisico alla cima, per affrontare al meglio l'impresa?

In economia questo si traduce in un approccio diverso nell'utilizzo delle risorse. Nel lavoro questo si traduce nella capacità di sapere cambiare e di evolverci per affrontare al meglio le novità ed i cambiamenti che ci si parano davanti. Ma anche nello sport e nello studio dobbiamo avere un approccio da "scalatore", in sostanza in tutte le circostanze della nostra quotidianità.

Rifletti su queste parole  e se vuoi lascia un commento.

Antonino Schiera (Tutti i Diritti Riservati)
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venerdì 3 maggio 2013

Valori Referenziali


Oggi parliamo di giovani e valori attraverso una lettera che ho inviato alla mamma di un ragazzo in età adolescenziale.

"Casualmente mi sono imbattuto, navigando nell'immensa rete del web, in una intervista di Umberto Galimberti nella quale presentava il suo ultimo libro: Un Ospite Inquietante.

Sono stato profondamente attratto, in quanto ultimamente le mie riflessioni ed i miei dialoghi interiori, hanno avuto come oggetto il tema dei giovani ed il loro sviluppo e ruolo all'interno della nostra società.

L'evento ritengo non sia casuale, in quanto, ho condiviso, ho vissuto, percepito, immaginato, attraverso i tuoi accorati racconti, le problematiche della scuola, luogo principe di convivenza e condivisione dei giovani.

All'interno della scuola avviene l'incontro tra le problematiche interne che attengono l'organizzazione dell'offerta formativa; esterne per quanto riguarda il back ground (vissuto personale) che ciascun ragazzo porta con se all'interno della classe.

Come una cartina di tornasole, vivente, i nostri ragazzi testimoniano il disagio che trasversalmente coinvolge, la famiglia di origine, ma anche le location psicologiche "esperienzali" (luoghi di aggregazione, dinamiche comportamentali all'interno del gruppo che in una realtà fortemente strutturata assumono molta importanza).

A questo proposito auspicherei un percorso, se non già intrapreso, da parte della scuola maggiormente cognitivo, direi quasi un approccio giornalistico che basa la propria attività su alcune semplici domande: perché, come, quando, cosa.

Ma forse anche perché padre di un ragazzo meraviglioso, che cresce ogni giorno e che trova completamento nelle sue espressioni e relazioni all'interno della società al suo primo fiorire (la classe imberbe, le feste adolescenziali, le aggregazioni nel tempo libero e nello sport), mi sono posto qualche mese fa il problema del nichilismo che tenta di penetrare indiscusso vincitore tra i giovani.

Il problema non è dire quali valori sono giusti e quali sbagliati in una società sempre più multi etnica, dove spesso assistiamo comunque al tentativo di affermazione delle tradizioni più forti. Direi piuttosto il problema è la mancanza di "valori referenziali".

Per "valori referenziali" intendo quelle linee guide tramadateci dalla nostra famiglia, che chiamo referenziali proprio perché hanno un aplomb determinante, in quanto vengono irrorati nei primi anni di vita dalle persone atte alla nostra crescita ed educazione.

Forse subentra la difficoltà di convivenza tra le diverse culture e quindi tra diversi valori e tradizioni, denotando così una profonda immaturità da parte dei componenti, i cosiddetti "primati" della nostra società.

La linea guida che accomuni le diverse sensibilità e tradizioni, dovrebbe essere la battaglia contro i disvalori quali alcool, droghe, musica a tutto volume e altre droghe mentali più o meno originali."


Antonino Schiera

(tutti i diritti riservati)

martedì 23 aprile 2013

I Perché di una Crisi Mondiale.

Qualsiasi sistema per potere evolvere deve essere in "equilibrio", significa che tutte le componenti dello stesso devono lavorare all'unisono e svolgere la funzione per le quali sono state progettate perfettamente. 

Come esempio immaginate una automobile che avanza nel suo moto lineare grazie al fatto che tutti i componenti, in particolare il motore, cuore del sistema, funzionano perfettamente.

L'economia mondiale è anch'essa un sistema che per potere funzionare deve essere equilibrata. E fatti questi esempi, vediamo perché a mio parere si parla da un pò di tempo di crisi. Crisi nera.

Torniamo all'esempio del motore: anche se tutte le componenti funzionano non deve mancare un componente indispensabile: il propellente.

Nell'attuale sistema economico il propellente è rappresentato dalla liquidità (in gergo i soldi). 

Quando manca il propellente (i soldi) bisogna diminuire il consumo da parte delle popolazioni. Questo fa si che le aziende produttrici entrano in crisi di liquidità, perché i beni che producono non vengono acquistati in maniera diffusa e sufficiente.

Le aziende non incassando denaro non possono fare fronte agli impegni presi: esposizioni bancarie, pagamento dei fornitori, pagamento degli stipendi.

A loro volta le banche, che vivono e prosperano grazie all'immissione di denaro nei circuiti (prestiti finanziari) entrano in crisi (crediti in sofferenza) e chiudono i rubinetti.

Il cittadino semplice lavoratore e l'imprenditore, non riescono a fare fronte agli impegni contratti per le spese e per gli investimenti.

Si instaura così un vortice negativo, una sorta di implosione dell'economia che non viene più alimentata.

La sfida oggi è, per i paesi sviluppati, tentare di risolvere le problematiche appena esposte e nello stesso tempo evitare il ripetersi di uno degli errori commessi: ovvero la corsa esagerata al consumo, la creazione da parte delle aziende produttrici di bisogni non primari.

Il lato positivo della situazione dovrebbe essere un ritorno alle radici ed ai veri valori di cui l'uomo deve nutrirsi.

Antonino Schiera

(tutti i diritti riservati)

domenica 21 aprile 2013

Osservatorio Privilegiato.

Analizzare i fatti della vita quotidiana che ci circondano non significa necessariamente imporre il proprio punto di vista. Così come spesso accade sui social network o nelle conversazioni tradizionali (de visu) tra le persone. Significa, per me, semplicemente dare una alternativa alle verità costituite. Questa valutazione diventa oggi ancora più importante nell'era in cui la comunicazione di massa si è evoluta. Non più e non solo dall'alto verso il basso (mass media verso i fruitori delle notizie), ma stratificata orizzontalmente tra la popolazione (social network dove ciascuno di noi può creare la notizia, evento).

Il tam tam popolare diventa verità ed i social network come Facebook e Twitter ne costituiscono la cassa di risonanza. In Italia questo è avvenuto e sta avvenendo, l'indignazione popolare, nutrita di condivisioni e commenti sfruttata da chi conosce i meccanismi diventa espressione politica di chi vuol cambiare le cose.

I cambiamenti, i miglioramenti sono ben accetti se non avvengono in maniera cruenta e dolorosa. Le guerre passate, le rivoluzioni civili ci insegnano che le ingiustizie sono sempre dietro l'angolo.

Come frontespizio del mio Blog, ho scelto il quadro di Tania Anile (pittrice catanese che vive a Milano) ed in particolare questo notturno che mette molta serenità. Tante volte la notte viene abbinata all'oscurità alle tenebre, alla tristezza. Per me la notte significa meditazione e riflessione. Momento in cui si raccolgono le esperienze del giorno precedente, facendole proprie per preparasi al giorno che sta arrivando.

Antonino Schiera (Tutti i Diritti Riservati)
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