Osservatorio Privilegiato: Analisi politica, economica, sociale contemporanea.

Di Antonino Schiera.

venerdì 13 febbraio 2015

Mondello perde la sua spiaggia, momentaneamente si spera!

Il 9 febbraio 2015 la spiaggia di Mondello si presentava così come fedelmente testimoniato dal video. E' impressionante come il mare in tempesta si sia inghiottito tutto l'arenile che ogni estate ospita decine di migliaia di bagnanti di Palermo e non.



Antonino Schiera

sabato 31 gennaio 2015

Sergio Mattarella eletto presidente della Repubblica.

Oggi con l'elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica Italiana è come se si fosse chiuso un cerchio che, tutt'altro che casualmente, risponde ad una logica politica già definita qualche anno fa.

Ma soprattutto si chiude una partita politica che si gioca da quando Berlusconi, nel 1994, entrando in campo a gamba tesa, ha sparigliato tutte le carte in tavola stravolgendo la politica nostrana.

Basta dire, infatti, che gli ultimi decenni della politica italiana si sono giocati sulla necessità, da parte dei partiti avversi, di disarcionare Silvio Berlusconi dal cavallo vincente di Forza Italia che ha permesso a lui ed ai suoi uomini, di ricoprire le più importanti cariche governative ed istituzionali.

Peraltro lo stesso Silvio Berlusconi, quando cominciava a spegnersi il dominio appena descritto, aveva espresso il desiderio di chiudere la sua carriera politica sul più alto colle di Roma, il Quirinale.

Ma l'Italia politica dei compromessi ha partorito uno scenario totalmente diverso che ha tenuto conto della leadership del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, dei guai giudiziari del prode Silvio e naturalmente dell'umore del popolo italiano, in maggioranza critico verso una gestione allegra e superficiale della politica.

Non dimentichiamo che il patto del nazareno tra Renzi e Berlusconi serve al primo per potere governare con tranquillità ed al secondo di potere uscire indenne dalla bufera di una sentenza passata in giudicato, che di fatto lo ha messo fuori dai più alti giochi politici. Il tutto con l'avallo e la benedizione del presidente uscente Giorgio Napolitano che ha bene interpretato il suo ruolo super partes di garante della Costituzione e della buona governabilità.

Adesso i riflettori saranno puntati sulle mosse che gli attori faranno per consolidare il loro potere: Renzi per proseguire nella sua azione di governo, Berlusconi per tentare, come fosse una araba fenice, di rientrare nella politica italiana seppur con ruoli minori. Intorno Fitto, Alfano, Salvini, Vendola e l'opposizione interna a Renzi che tentano di conquistare visibilità e cariche governative e di partito importanti.

Cosa dire di Grillo e del Movimento 5 Stelle? Anche nell'occasione dell'elezione a Presidente di Sergio Mattarella ha preferito tenersi fuori dai giochi mantenendo una coerenza autolesionistica rispetto a quanto fatto finora.

Ma andiamo a Sergio Mattarella del quale traccio una breve biografia politica: nato a Palermo, democristiano, moderato, cattolico attivo in politica sia nella prima Repubblica che nella seconda, fu uno dei pochi ad opporsi allo strapotere di Silvio Berlusconi quando, nel 1990 si dimise da Ministro per opporsi alla legge Mammì che, contro le direttive comunitarie, legalizzava il monopolio privato delle reti Mediaset.

Il 6 gennaio del 1980 viene colpito da un lutto molto grave per mano della mafia che gli uccide il fratello Piersanti allora presidente della Regione Siciliana. Fu Sergio Mattarella a soccorrere tra i primi il fratello e fu lui a raccoglierne l'eredità politica.

Dal 1996 al 1998 ricopre l'incarico di capogruppo alla camera del Partito Popolare. Caduto Prodi, il 21 ottobre 1998 viene chiamato da D'Alema a ricoprire l'incarico di Vice Pressidente del Consiglio con delega ai servizi di sicurezza. Con la discesa in campo di Prodi sposta leggermente a sinistra la sua visione politica aderendo al Partito Democratico.

Fuori dalla politica, dove ha maturato oltre 25 anni di attività da parlamentare, comincia a ricoprire ruoli giuridici nel 2009 viene eletto dal Parlamento componente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa. Nel 2011 diviene Giudice della Corte Costituzionale.

Ora che siede nel colle colle più alto di Roma, non poco che augurargli anche io buon lavoro per il bene dell'Italia.





lunedì 19 gennaio 2015

Antonino Schiera ospite a Trm Mattino del 16 1 2015.





Nel video la mia intervista molto interessante all'interno della trasmissione televisiva TRM Mattino. Tutta da vedere perché si parla di attualità e di libri.

sabato 10 gennaio 2015

A macchia di leopardo.

Al grido di Allahu Akbar, Allah è grande, due assassini che parlavano un francese perfetto, il 7 gennaio scorso, a Parigi, hanno cominciato a sparare all'interno della redazione del giornale satirico Charlie Hebdo uccidendo 12 persone tra giornalisti, redattori e poliziotti. Successivamente un complice, che evidentemente faceva parte dello stesso piano terroristico, ha attaccato un supermercato parigino che vende cibo "Kosher" adatto e conforme alla cultura ebraica, causando anche in questo caso morte e dolore.

Risaltano immediatamente all'occhio attento di un osservatore tre cose: la prima riguardo la connotazione religiosa che il commando di terroristi ha voluto dare all' azione criminale con il loro grido e con la scelta di un obiettivo ben preciso, ovvero un giornale satirico accusato di blasfemia. 

La seconda riguarda il fatto che, esprimendosi in perfetto francese i due terroristi hanno confermato, se ancora necessario, che il pericolo attentati rischia di arrivare sempre più da elementi "occidentalizzati" anagraficamente e culturalmente ma che non hanno abbandonato definitivamente la via delle armi e della violenza.

La terza riguarda l'obiettivo del secondo attacco che colpisce ancora una volta il popolo ebraico, facendoci ricordare la genesi di tanto orrore: la questione  medio-orientale mai risolta che vede contrapposte le esigenze di due popoli difficilmente integrabili: quello arabo (che vive nella striscia di Gaza) e quello israeliano (che si è insediato in Israele).

Ma qual'é l'obiettivo di questa strategia del terrore? E ci domandiamo: siamo in presenza di azioni improvvise da parte di persone che inopinatamente decidono di agire o esiste una regia occulta?

Il primo obiettivo certamente è quello di tentare una sorta di globalizzazione del conflitto spostando gli scenari di guerra dalle zone classiche che conosciamo, Iran, Iraq, Siria, Egitto ad esempio, verso gli Stati Uniti, l'Europa ed in tutte le nazioni che fanno capo all'Occidente, in modo da causare disagi, frustrazioni ed enormi costi in termini di vite umane ed economici: a macchia di leopardo! 

Utilizzando cellule dormienti bene addestrate, che possono entrare in azione in qualsiasi momento, si esalta l'effetto sorpresa e quindi diventa più difficile la difesa da parte dell'Occidente. Quindi una regia occulta esiste, a mio parere, una regia che lascia libero arbitrio ai singoli elementi criminali di agire in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento.

Cerchiamo adesso, in questo mio Post di dare anche delle soluzioni o quanto meno di indicarne la via, partendo da un presupposto: paradossalmente l'Europa è più vulnerabile degli Stati Uniti in quanto l'Unione Europea è soltanto di tipo economica e non di tipo politico e legislativo ed il trattato di Schengen, che elimina di fatto il controllo alle frontiere tra gli stati membri, pur nascendo con l'ottimo scopo di migliorare la circolazione di uomini e merci, secondo me, oggi va rivisto in quanto è necessario esercitare un maggiore controllo alle frontiere per evitare futuri attentati.

Inoltre come ha dimostrato il primo ministro francese Hollande che ha stretto la mano pubblicamente al suo acerrimo nemico politico Sarkozy, sancendo ed evocando così una sorta di unità nazionale, è necessario che questa unità diventi trasversale all'interno della stessa Unione Europea, tante volte messa in dubbio dalle stesse nazioni che la compongono.

L'integrazione economica in Europa deve essere anche culturale, pur dando la possibilità alle diverse identità di affermarsi nel rispetto delle regole. E' una affermazione molto generica, ma che può trovare applicazione nel caso di persone che, pur vivendo in Europa, si riconoscono in una cultura ed in una religione diversa.

In situazioni di crisi e di paura che ci attanaglia è facile che il populismo e le strumentalizzazioni da parte di esponenti politici emergano prepotentemente. Mettendo in dubbio per esempio i tanti progressi sull'integrazione e lo stesso dialogo inter-religioso accarezzato da Papa Francesco e dai leader religiosi moderati, che tentano di avviare un dialogo foriero di compartecipazione e libertà.

Le stesse religioni monoteiste accusate di essere in parte il pretesto che arma i fanatici, i radicali, gli estremisti possono, a mio parere, contribuire, ad una sorta di pacificazione e moderazione favorendo il dialogo e la coesistenza tra le parti, ovvero l'opposto contrario di chi auspica l'opponimento di alte barriere, fatte dall'arroccamento sulle proprie posizioni, che impediscano il dialogo.

Va detto però che le motivazioni di tipo religioso spesso confluisco in quelle di tipo economico, alimentandosi reciprocamente e quindi è necessario agire anche nella direzione del benessere generale, che passa anche attraverso il superamento dell'attuale crisi economica che attanaglia l'Occidente.

Chiudo questo mio post affermando che la Francia laica, la Francia egualitaria, la Francia democratica dovrebbe riflettere su di un punto, e cito proprio la Francia perché è l'ultima ad essere stata colpita dal terrorismo. Sulla necessità di risolvere con il dialogo, con la solidarietà, con la condivisione tutti i problemi che in qualche modo possono armare ancora le mani di uomini pronti ad uccidere ed a morire in nome di un Dio offeso ed insultato.

Antonino Schiera (Vietata la Riproduzione Tutti i Diritti Riservati)



Altri Post inerenti l'argomento: Siamo in Guerra o No?    Il Grande Fratello.


martedì 18 novembre 2014

Alluvioni, sottopassi e tombini italici.

In Italia, nel periodo invernale quando le pertubazioni e le piogge si fanno frequenti, non passa giorno,  nel quale non si parla di allagamenti, frane e dissesti idrogeologici, con conseguenze gravi sulle vite umane e sui beni materiali.

E' una situazione che si ripete da un pò di anni a questa parte ed in questo primo scorcio di inverno 2014, già sono state numerose le emergenze documentate dai mass media. In particolare sono state state colpite la Liguria, la Lombardia e l'Emilia Romagna.

E' stato coniato un neologismo "bombe d'acqua" per spiegare la gravità della situazione ogni volta che si presenta. Questo neologismo la dice lunga sull'atteggiamento di chi tiene le fila delle comunicazioni e della politica in Italia.

Si vuole e si tenta di dare la responsabilità di tanti morti e di tanti danni materiali esclusivamente a madre natura.

Non sono d'accordo su questa tesi in quanto se è vero che abbiamo assistito ad eventi talvolta eccezionali, in molti altri casi la colpa è della errata gestione del territorio che necessita si di essere antropoformizzato e plasmato per dare spazio alle esigenze dell'uomo, ma non deve essere violentato e degradato ad un puro contenitore di case, strade, fabbriche, discariche e tutto ciò che comporta una colata di cemento. Senza un minimo di logica e di rispetto per l'ambiente e per la natura.

Per una semplicissima quanto banale legge fisica l'acqua, essendo un fluido, quando cade da qualche parte deve andare e per la gravità tende ad andare verso il basso. Se osservate un temporale in una zona dove insistono alberi, terreni, piante, anche se scoscesa, vedrete l'acqua defluire in maniera copiosa solo dopo che tutto il terreno l'avrà assorbita. Quindi difficilmente potrà causare danni, perché dovrebbe piovere per mesi e mesi.

Lo stesso quantitativo di acqua che cade in una città o in un paese invece causa danni ingenti, in quanto i vari piani edilizi regolatori non hanno previsto questa banale necessità dell'acqua di defluire pacatamente verso valle.

Quindi cominciamo a responsabilizzare le figure professionali, istituzioni e politici compresi, che hanno il compito da dare un senso al nostro territorio ed alle nostre città.

L'esempio eclatante è Genova che sorge ai piedi di una catena montuosa che prima riusciva ad assorbire e ad inglobare la massa d'acqua che cadeva dal cielo e adesso non più: troppe strade, troppe case, troppe costruzioni in genere anche a monte. A valle poi nemmeno a parlarne. I torrenti ed i fiumi, come il Bisagno, sono stretti per far posto alle necessità della città e quindi quando si ingrossano fanno danni.

Parliamo dei sottopassi che sono diventati un caso nazionale. Costruiti per migliorare la viabilità sono diventati oggi un problema ogni volta che piove. Chi li ha progettati non ha pensato di creare un efficace sistema di smaltimento delle acque, per esempio utilizzando delle idrovore o innestando delle pompe negli scoli dell'acqua per farla risalire verso l'alto! 

Troppo difficile da realizzare?

Ci sono tante persone che sono morte a causa di improvvisi allagamenti dei sottopassi. A Palermo per esempio ogni volta che piove squadre di Vigili Urbani presiedono i sottopassaggi per avvertire gli automobilisti del pericolo e successivamente per chiuderli quando vengono invasi dall'acqua. Almeno si tenta di prevenire e questo va bene.

I tombini sono stati messi lì nel titolo così quasi per gioco. Immaginando di vederli volare, leggeri ed inutili ogni volta che la pressione delle acque va fuori controllo.

Quanti morti e quanti danni dovremo ancora contare prima che si intervenga in maniera strutturale? Oppure come sempre dobbiamo affidarci allo "stellone italico" per superare questa ennesima crisi?

Antonino Schiera (Vietata la Riproduzione)

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sabato 18 ottobre 2014

Il degrado delle città: cartina di tornasole di una grave crisi in atto.

Girando per le città italiane si nota la tendenza ad un degrado generalizzato, naturalmente non omogeneo, ma generalizzato.

Per degrado intendo dire per esempio il livello di efficienza dei trasporti pubblici, lo smaltimento dei rifiuti, asili nido e mense scolastiche, assistenza agli anziani. Insomma la gestione della cosa pubblica.

Di contro osserviamo che il livello di soddisfazione del cittadino medio riguardo la gestione della cosa pubblica e della politica in generale è sempre più basso.

Ma cosa sta succedendo? Possiamo dare tutta la colpa alla crisi economica in quanto tale, oppure come spesso ci capita di pensare, agli immigrati sempre più presenti nel nostro territorio?

A mio parere siamo di fronte all'azione sinergica della spending rewiew e della delocalizzazione delle tasse, termine nuovo appena coniato.

La spending rewiew non è altro che il tentativo virtuoso di migliorare l'efficienza e l'efficacia della macchina statale nella gestione della spesa pubblica, che spesso si tramuta meramente nel taglio delle risorse finanziarie, per l'incapacità dei nostri amministratori di gestire nel migliore dei modi questa trasformazione.

La delocalizzazione delle tasse non è altro invece che il tentativo, da parte dello stato centrale, di fare quadrare i conti, riversando le spese agli enti locali quali le Regioni ed i Comuni. Questo significa che le Regioni ed i Comuni ricevono sempre meno soldi da Roma e quindi si devono armare per riscuotere sempre più tasse dai poveri cittadini. Inventandone spesso di nuove e con nomi fantasiosi ed assurdi.

Questi ultimi quindi si trovano a dovere fronteggiare l'erosione dei propri risparmi e del proprio stipendio su due fronti: Stato Centrale ed Enti Locali.

Questo processo in assoluto non è sbagliato in quanto bisogna trovare un equilibrio tra i vari protagonisti e laddove persistono ancora sprechi, eliminarli.

Nel frattempo, però, la percezione dell'italiano riguardo questa trasformazione è negativa e sta portando ad una situazione del tutti contro tutti.

Antonino Schiera (Tutti i Diritti Riservati)
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martedì 14 ottobre 2014

Mondo femminile e lavoro: un rapporto in evoluzione.

L'evoluzione del ruolo della donna all'interno della società ha portato, nel tempo, una serie di cambiamenti delle abitudini e di usi non indifferenti.

Come è facile intuire ogni cambiamento comporta necessariamente l'elaborazione di una strategia diversa di approccio alla quotidianità, in quanto l'essere umano, essendo un animale abitudinario, tende a strutturare la propria vita in maniera ripetitiva per non dovere ogni volta rielaborare nuovi comportamenti, nuovi modi di fare e di interazione con il mondo esterno.

Naturalmente quanto scritto vale anche per l'evoluzione, che ha portato la donna a ricoprire un ruolo da protagonista nel mondo del lavoro. Fino a qualche decennio fa, era impensabile vedere una donna alla guida di una azienda, oppure ricoprire un ruolo di responsabilità. Ed ancora svolgere mansioni che erano riservate agli uomini in quanto attività di tipo muscolari. Nelle zone rurali, si riteneva inutile istruire le ragazze, in quanto il loro compito assegnato sarebbe stato quello di perpetuare il ruolo portante della famiglia all'interno della società, ricoprendo esclusivamente il ruolo di moglie e di mamma.

Grazie alla vigilanza sull'abbandono degli studi obbligatori, oggi questo fenomeno in Italia è praticamente scomparso ed anzi l'evoluzione della società, la maggiore disponibilità delle informazioni e della cultura in generale, hanno permesso la naturale e giusta emancipazione della donna nel mondo del lavoro.

Fatta questa breve premessa, tanto per ricordarci che ancora fino a qualche decennio fa vedere una donna indipendente ed autonoma, realizzata nel suo lavoro, era una rarità veniamo ai nostri giorni.

E lo facciamo introducendo il fattore T, ovvero il fattore Tempo o “gestione dell'agenda” come mi piace definire la circostanza.

Sappiamo tutti che il tempo non è comprimibile e nemmeno espandibile, per tutti la giornata è fatta di 24 ore e quindi la sfida è quella di riuscire nell'arco della giornata a trovare il tempo per tutto ciò che noi desideriamo fare.

Ci sono casi di persone, imprenditori specialmente, che hanno tantissimo denaro ma non hanno il tempo per se stessi, per la famiglia, per godersi una bella vacanza. La gestione del tempo è una questione che riguarda sia l'uomo che la donna, ma la domanda che dobbiamo porre a noi stessi è la seguente: “esiste un lavoro che permette di guadagnare soldi, di fare carriera e nel contempo che ci permette di gestire la nostra agenda?

E' una domanda che le donne si pongono maggiormente. Perché per una donna è importante potersi occupare dei propri figli,  poter dedicare molto tempo a se stessa, perché no alla famiglia e nello stesso tempo potere guadagnare e fare carriera in una azienda.

Ancora oggi gli imprenditori ed i responsabili delle aziende, a parità di valore, preferiscono assumere un uomo piuttosto che una donna, dal momento che una eventuale gravidanza e poi lo svezzamento dei bimbi, hanno un costo enorme.

Naturalmente non stiamo affermando che è giusto, ma è così! Oggi è possibile fornire la migliore risposta alla questione, spianando la strada all'evoluzione dell'evoluzione del ruolo femminile, all'interno del mondo del lavoro.

Permettendo alle donne di potersi gestire in maniera autonoma, portare avanti la carriera e nello stesso tempo potersi dedicare ai propri hobby e desideri, foss'anche quello di crescere i propri figli.

E' l'evoluzione del mondo del lavoro che può vedere protagoniste le donne, in quanto sono abituate a prendere le giuste decisioni, a dare i giusti consigli, a motivare le persone e a fornire loro la giusta assistenza nella formazione di gruppi di lavoro.

Inoltre le donne hanno maturato dentro di sé il desiderio di potere affermare davanti alla collettività che esse valgono quanto gli uomini nell'ambito del lavoro, sancendo, in questo modo, la vera emancipazione.

Quella che rende la donna autonoma, permettendole l'autodeterminazione e di conseguenza un migliore rapporto con se stesse e gli uomini. Realizzando infine il miglioramento di tutta la società civile.


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